Venerdì 20 febbraio si è tenuta a Psicologia la riunione del Collettivo.
Scopo dichiarato della riunione era quello di discutere ed analizzare il movimento dell'Onda universitaria che è esploso in Italia tra l'ottobre ed il dicembre scorso (con particolare riferimento alla situazione triestina), e di tentare di portarne avanti la causa: la lotta alla privatizzazione dell'istruzione universitaria.
Sono emersi vari punti di discussione ed analisi.
Innanzitutto, è risultata chiara la situazione del movimento in questo momento: esso sostanzialmente non esiste. O meglio, l'Onda che a novembre è riuscita a coinvolgere migliaia di persone, ora si è ridotta ai nuclei originari di informati ed organizzatori, magari con qualche compagno in più raccolto durante i cortei; nuclei che passano spesso il tempo a combattersi l'un l'altro per assicurarsi l'organizzazione ed il controllo del movimento stesso senza risolvere nulla. La situazione triestina rispecchia questo trend alla perfezione.
Ciò che è mancato al movimento è stata un'organizzazione democratica. Perché organizzazione, e perché democratica? Spieghiamo questi due punti:
- Organizzazione: per sua stessa natura, l'Onda includeva diverse anime, afferenti a idee diverse e stili politico-amministrativi diversi. Risulta chiaro che l'unica maniera per mediare fra diverse posizioni sia un'organizzazione di tipo rappresentativo e collaborativo, il cui compito non sia comandare, ma coordinare il movimento a due livelli: dentro gli atenei e tra gli atenei. Le alternative all'organizzazione sono gli interminabili litigi in assemblea o gli slanci dialettici: quel tipo di discorso che infiamma gli animi, ma che non produce nulla di concreto.
- Democratica: l'organizzazione deve partire dal basso. Il movimento nasce in maniera spontanea, e un qualsiasi tipo di controllo esterno rischia di porre ad esso un freno ed una briglia. I rappresentanti del movimento devono essere eletti dal movimento stesso; non crediamo che possano essere anche i rappresentanti istituzionali delle facoltà, in quanto portatori di interessi politici contrastanti con la natura di un movimento spontaneo.
Chiariti questi due punti riguardo alla situazione del passato del movimento, ci è sembrato utile e naturale tentare di chiarirne presente e futuro. A questo proposito, sono emerse due posizioni apparentemente antitetiche. Da una parte, si potrebbe ricercare un appoggio popolare ed un vasto consenso, tentando di portare informazioni ed idee alle persone ora inattive; dall'altra ci si potrebbe concentrare invece sulle persone ora attive e tentare di portare avanti un discorso più politicamente avanzato e complesso.
Dato che entrambe queste soluzioni ci sembrano portatrici di difetti (utopismo per la prima, elitismo e scissione dalle masse per la seconda); abbiamo tentato di sintetizzarle dialetticamente.
Il ruolo del Collettivo deve essere di preparazione politica ed avanguardia; allo stesso tempo deve lavorare affinché si realizzino le condizioni per la nascita di un movimento popolare; e per finire deve essere in grado di coordinarne le attività. Mi sembra che questi ruoli (che però potrebbero essere anche definiti delle fasi dinamiche) possano esaurire in maniera adeguata le esigenze del Collettivo: un'entità flessibile e multiforme, che deve adattare i suoi sforzi a quelli del contesto in cui si trova, e che con i suoi sforzi fa il suo meglio per cambiare in modo favorevole il contesto stesso.
Dal lato pratico, i presenti si sono accordati per leggere ed analizzare il documento dei 12 punti scritto alla Sapienza di Roma, che potrebbe diventare un punto di riferimento per il movimento. Un'altra iniziativa a cui abbiamo rivolto la nostra attenzione (anche grazie all'aiuto internazionalista di Pierre) è stato lo sciopero dei lavoratori e dei cittadini represso nel sangue nella Regione Francese d'Oltremare di Guadalupa, a cui va la nostra solidarietà.
Infine, per riprendere il tema della discussione di cui sopra, tutti i presenti si sono ritenuti d'accordo a proposito di continuare le riunioni del collettivo nelle prossime settimane: riteniamo tutti che sia necessario continuare a "formarci ed informarci" a proposito delle controriforme reazionarie del governo rispetto all'istruzione pubblica, in modo da poter effettivamente parlarne in modo chiaro ed esauriente qualora si dovesse ripresentare una situazione favorevole alla nascita di un Movimento, e di lavorare affinché questa situazione possa essere creata.
Appuntamento alla prossima riunione!
-Giacomo-